La nostra società ha già provveduto a definire una moltitudine di etichette diagnostiche mirate a identificare ovvero a dare un perimetro ben definito alle forme del disagio che possono essere sperimentate da ogni persona.

Molto spesso queste etichette isolano l’individuo, poichè in qualche modo identificano il problema con la persona stessa.

Nel nostro modello terapeutico non intendiamo produrre ulteriori diagnosi o interpretazioni, ma piuttosto vedere come si può produrre un senso più adattivo e più evolutivo alle problematiche che ci sembrano intollerabili e che ci creano problemi esistenziali. Cerchiamo di dare un senso al disagio per scoprire spazi di libertà.

In che modo il mio disagio può essere connotabile nella relazione con l’altro o con gli altri?

Anche i difetti hanno una qualità relazionale? O solo le qualità dipendono dal contesto sociale o familiare?

Il disagio e la sofferenza che mi spinge a rivolgermi ad un terapeuta è già definito dalle categorie diagnostiche psicopatologiche o posso permettermi di ricercare un senso personale alla mia situazione problematica?

In definitiva: il problema che mi affligge è dentro di me o si esprime all’interno delle relazioni e dei contesti che mi circondano?

Questi sono alcuni degli interrogativi che potremmo perlustrare insieme, per costruire una narrazione della nostra esperienza di vita, cercando i significati che più ci appartengono.

Cerchiamo di permetterci, in sostanza, una ri-narrazione multipla circa il senso della nostra vita.